Il modello IVA 2023: che distinzione c’è tra credito potenziale e credito effettivo

differenza tra credito potenziale e credito effettivo

Il 13 gennaio scorso è stato approvato il nuovo modello della Dichiarazione Iva 2023. Per quanto concerne la sua presentazione, questa potrà avvenire a partire dal 1 febbraio 2023 fino al 30 aprile 2023. In questo articolo di oggi, però , focalizziamo l’attenzione sulla distinzione tra credito potenziale e credito effettivo.

Novità e continuità

Le modalità di compilazione e il quadro VQ sono rimasti invariati. In particolare il quadro VQ deve essere opportunamente utilizzato per poter in seguito determinare il credito maturato a seguito di versamenti di IVA periodici e non spontanei. Pertanto tale compilazione consente il recupero dell’IVA periodica sia per i precedenti periodi di imposta e non versata in precedenza. Tuttavia è importante sottolineare che il credito finale che risulta dalla compilazione di tale quadro non deve essere alimentato con l’Iva a debito inerente alle liquidazioni periodiche non versata effettivamente.

Per fare un esempio, prendiamo il caso di un contribuente che ha l’iva a debito relativa alle liquidazioni periodiche stimata nella cifra di 22.000 euro, ma ne abbia versato solo 10000. In base a quanto stabilito nel quadro VQ l’IVA che può può essere scomputata per il calcolo finale del credito annuale è di 10000. Se invece cambiamo scenario e parliamo di un caso in cui l’IVA a debito annuale che risulta in base alle fatture emesse sia pari a 8000 euro. Se si scomputa l’intera Iva risultante a debito dalle liquidazioni Iva periodiche, ne conseguirà un credito Iva pari a 14.000, determinato dalla differenza tra 8.000 e 22.000 euro. Ma in questo caso di tratta di un credito non effettivo, ma solo potenziale, in quanto il calcolo va fatto solo sull’IVA effettivamente versata. Pertanto l’importo effettivo finale è pari a 2000 euro, cioè la differenza tra gli 8000 euro delle fatture emesse e i 10000 euro effettivamente versati.

Un consiglio

Se ti trovi nella situazione sopradescritta, il consiglio è quello di ritardare la presentazione della dichiarazione Iva annuale fino all’ultimo giorno disponibile, ovvero il 30 aprile, dal momento che in quella data deve essere versata l’Iva periodica omessa. In questo modo potrai tenerne conto ai fini della determinazione del credito annuale. Se invece l’importo omesso viene versato dopo il termine ultimo di scadenza. Nel caso in cui non fosse stato previsto il quadro VQ, il contributo sarebbe stato costretto alla presentazione di una dichiarazione IVA integrativa per poter far emergere il surplus creditizio a suo tempo omesso e poi regolarizzato. Il quadro del VQ, quindi, riguarda anche i versamenti omessi degli anni precedenti, anche in seguito a ricezione di cartella di pagamento

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