Equo Compenso approvazione finale

norma equo compenso 2023

Siamo al rush finale per l’Equo Compenso. Dopo l’approvazione della Camera, tocca al Senato dare l’approvazione definitiva. Vediamo insieme nel prossimo paragrafo di cosa si tratta e come cambiano le cose.

Cos’è l’equo compenso?

Si tratta di un concetto desunto dal diritto e che tutela la remunerazione del lavoratore o dipendente per un lavoro o prestazione svolta sulla base del tempo e delle risorse impiegate. Il testo licenziato dalla camera stabilisce che lo stesso equo compenso sia protetto dalla sanzione della nullità. Le clausole sono indicate nell’articolo 3, tra queste si fa riferimento al fatto che i compensi inferiori nelle cifre rispetto a quelli stabiliti per legge dal Ministero dello Sviluppo Economico. Ma cosa succede in caso di nullità?

Secondo quanto stabilito dal comma 6 dell’articolo 2, tocca al Tribunale procedere alla ridefinizione della somma da versare al lavoratore per l’impiego svolto, anche dopo aver ottenuto un parere di congruità del compenso. Ma chi o cosa tutela la legge?E soprattutto chi può richiedere tale parere di congruità? Bella domanda: la norma sull’Equo Compenso è rivolta principalmente alle associazioni di professionisti iscritti agli ordini citati all’art, 2 Comma 7. Pertanto risulterebbero esclusi tutti gli altri. n iscritto in ordini o collegi, può richiedere il parere sulla congruità del compenso.

A tal proposito ha cos’ commentato Falcone, presidente di Lopet “Anche su tale proposta emendativa torneremo a farci promotori al Senato. – chiarisce Falcone – Una misura che si rende necessaria per correggere un’incongruenza del testo che si riferisce unicamente alla possibilità di richiedere un parere sulla congruità del compenso da parte del professionista all’ordine od al collegio cui appartiene, non considerando invece i professionisti che non appartengono a tali ordini o collegi”

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