In questo breve blogpost proviamo a fare chiarezza su un caso non così raro. In pratica una azienda ha interconnesso o attivato un macchinario 4.0 a novembre, ma ha acquisito la perizia sullo stesso solo a febbraio 2023? Cosa succede in questo caso? L’azienda perde il diritto al credito di imposta? La questione può sembrare complessa, ma lo è solo in parte. Vediamo perchè.
Gli effetti di una perizia tardiva sul credito di imposta
La legge ha stabilito che tutte le aziende che vogliono beneficiare del credito di imposta devono presentare una perizia asseverata che viene fornita o da un ingegnere iscritto all’albo o da un ente accreditato e certificato. Questi due soggetti hanno infatti il compito di esprimersi in merito al fatto che i macchinari acquistati rientrino tra quelli previsti per beneficiare del credito di imposta 4.0.
Fin qui tutto chiaro, però, bisogna sottolineare che nel caso in cui il macchinario costi meno di 300000 euro, in quel caso la perizia può essere sostituita da una dichiarazione attestante del legale rappresentante. Ad ogni modo, l’utilizzo in compensazione del credito di imposta avviene. in parola, dall’anno di interconnessione in tre quote annuali.
Tradotto in parole povere: l’Agenzia delle Entrate stabilisce che la tardiva acquisizione della perizia rispetto all’interconnessione non pregiudica la fruizione dell’agevolazione. Tale circostanza ha effetto solo sulla sua decorrenza. Pertanto, le tre quote annuali scattano a partite dall’avvenuta acquisizione della perizia. Pertanto il ritardo posticipa la quota del credito di imposta da ricevere, ma non lo annulla.